Sono noto anche per la mia completa dedizione e interesse per qualsiasi documentario che passa sul canale Sky del National Geographic. soprattutto la sera a letto prima di addormentarmi. Rimango sempre affascinato e mi rilasso incredibilmente anche se, a dirla tutta, un pochino è anche merito del concerto in do maggiore che proviene dalla cuccia accanto al letto: adoro quella lullona della mia Amstaff che russa e sogna!! 🤣 🤣
La meravigliosa storia di Sibella
Comunque, ieri sera per la serie “non si finisce mai di imparare“, ho scoperto una cosa che ha dell’incredibile e che è, al contempo, meravigliosa: la storia di Sibella, eccola.
Nata nella provincia del Nord Ovest del Sud Africa e prima di diventare Sibella, era un comune ghepardo femmina. All’età di due anni, venuta in contatto con l’uomo (diminuzione dell’habitat) venne attaccata e massacrata dai cani da caccia dello stesso, poi legata e picchiata brutalmente. Le sue ferite erano talmente gravi che nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla sua sorte.
Fu salvata dal De Wildt Cheetah and Wildlife Trust che, in seguito, cercò di aiutarla grazie ad un intervento chirurgico di 5 ore per ricostruire i tendini recisi delle zampe posteriori e, successivamente, attraverso un percorso riabilitativo. Ancora, nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato.
Ma lei era un ghepardo, una lottatrice. Dopo giorni di agonie e tentativi falliti, un giorno, iniziò a camminare di nuovo … lentamente … (un ghepardo, capite?!)
Passarono mesi e lei, circondata da amorevoli cure, tornò miracolosamente ad essere quel felino fantastico che è. Stabilì anche un certo rapporto di amicizia con gli uomini nonostante i suoi orrendi ricordi (dicotomia interessante sul comportamento umano). Prendendo spunto dalla cultura greca, la chiamarono Sibella … era ora della (nuova) libertà, ma dove?!
Ce l’avrebbe fatta?!
Nel dicembre del 2003, dopo attente ricerche, optarono per il Karoo una regione arida dell’entroterra sudafricano. Qui, all’interno del Samara Private Game Reserve, sarebbe stata introdotta con altri due maschi, anche loro recuperati da conflitti precedenti. Il Karoo avrebbe vissuto nuovamente un ghepardo e lei sarebbe stata la prima a farvi ritorno in 130 anni.
Di nuovo … ce l’avrebbe fatta?!
I tre ghepardi furono posti in annessi recinti temporanei per consentire loro di abituarsi l’un l’altro e anche per famigliarizzare con il loro nuovo ambiente.
ll 24 aprile 2004, Sibella è stata la prima ad essere rilasciata in libertà.
Seguirono mesi trepidanti nei quali, sotto massima supervisione ma sempre con cauto distacco e doveroso rispetto, venne monitorata costantemente. Nessuno poteva prevedere l’esito di questa storia, ne se lei sarebbe tornata a correre, cacciare … se fosse il miracolo tanto atteso.
Sibella non solo sopravvisse ma si dimostrò un cacciatore capace nonostante il dramma vissuto e le sue precedenti ferite. Allevò con successo i suoi cuccioli divenendo una madre esemplare. Partoriva sulle ripide pendici della montagna per evitare potenziali predatori e mangiava solo dopo che i suoi piccoli si erano saziati. Il legame inespresso che condivideva con gli umani nella sua nuova casa era straordinario; ogni nuova cucciolata, quando i cuccioli erano abbastanza grandi da lasciare la tana, venivano “presentati” doverosamente ai suoi guardiani umani.
Una leggenda un animale da record perché non solo fu il primo ghepardo nel Karoo in 130 anni, ma contribuì alla ripopolazione della specie nel Sud Africa (ben il 2,4%) attraverso le sue varie cucciolate, e divenne famosa in tutto il globo attraverso giornali, televisioni e riviste specializzate.
Sibella è sopravvissuta morendo di cause naturali nel settembre del 2015 all’età di 14 anni, lasciando 9 figli, 10 nipoti ed essendo bisnonna di 18 ghepardi ancora vivi in tutto il paese.
Un vero ambasciatore della parte buona dell’uomo che lotta per salvaguardare le specie animali, una vera sultana del Samara.
Una storia fantastica! ❤️ ❤️